mercoledì 24 agosto 2011

Il partito delle Cassandre

Gli italiani sono giustamente di umore pessimo. Il povero Berlusconi, quello di “in Italia non c'è nessuna crisi”, con il cuore sanguinante, metterà le mani nelle tasche di gente che già da qualche anno faceva fatica ad arrivare a fine mese. Gli italiani sono moltissimo incazzati, e giustamente.
Sono letteralmente infuriati con il governo e con la “casta”, che nascondendo la verità e continuando con assurdi sprechi di denaro pubblico, ha trasformato il buco del debito in voragine e adesso, proteggendo i poteri forti e i veri ricchi, intende far pagare la crisi ai già spremutissimi lavoratori.
Al pessimo umore si aggiunge una grande apprensione per il futuro prossimo e lontano, una sensazione di paura che deriva dalle tante incertezze del momento, da un rischio difficile da valutare, circa quello che potrebbe essere il destino dell'Italia se le manovre di correzione dei conti non dovessero bastare a fermare la crisi.
L'apprensione si trasforma, poi, in vera e propria ansia quando giornali e televisioni diffondono ulteriori dati sulla crisi internazionale, sulla insostenibilità del debito americano, sulla fragilità dell'euro, sulle ambiguità delle politiche europee, su un nuovo crollo delle borse mondiali, su una nuova recessione in arrivo e via deprimendo.
Tira una brutta aria, non c'è alcun dubbio, e la corsa all'oro è lì a testimoniarlo. Né ci sollevano molto le buone giornate delle principali borse che, di tanto in tanto, chiudono positive. Chi frequenta i mercati sa che in un grande ciclo ribassista, qualche giornata di rimbalzo è come la rondine che non fa primavera.
Abbiamo davanti a noi mesi ed anni difficili, questo è più che certo, ci aspetta una stagione dura, di vacche magre, probabilmente destinata a durare piuttosto a lungo.
In particolare Europa e USA mostrano di avere grande difficoltà a galleggiare nelle acque agitate di una economia sempre più globalizzata e “virtuale” (vedi: L'Occidente come il Titanic).
Chi ha seguito finora questo blog sa bene che in più occasioni abbiamo espresso una vivissima preoccupazione per i fatti emersi nel corso di questa strana estate e abbiamo messo in guardia sui rischi che correvano i risparmiatori, gli investitori e i trader.
Ma, premesso tutto questo per non dare l'impressione di non aver capito il film che stiamo vivendo, desidero esprimere la seguente opinione controcorrente: questa crisi non porterà alla fine del mondo!
Sento il dovere di sottolinearlo perché ho la sensazione che troppi “esperti” in televisione, sui giornali e sui blog stiano esagerando con toni apocalittici e stiano alimentando, alcuni consapevolmente, altri incoscientemente, in buona e cattiva fede, un clima di allarme e di tensione che, a mio giudizio, va vigorosamente contrastato se si vuole evitare il formarsi di pericolose ondate di panico.
Girando nei forum finanziari capita sempre più spesso di leggere commenti sbigottiti che rilanciano questa o quella notizia “minacciosa” riportata da giornali e blog che spesso non citano le fonti e accreditano le teorie più avventate sul “disastro mondiale prossimo venturo”.
Ho la sensazione che a fronte di una sempre più mistificatoria ed ovattata disinformazione “ufficiale” della stampa e della TV di stato, abbia preso piede, quasi per reazione, una altrettanto mistificatoria ed esagerata controinformazione delle TV, dei giornali minori e, in particolare, dei blog.

Come si sa, di fronte a un mondo troppo complesso per essere studiato e “capito”, la gente preferisce ricevere “una narrazione” dei fatti che semplifichi e “spieghi” le cose senza dover fare eccessiva fatica.
Ma se alla narrazione ufficiale (del TG1, del TG5, del Corriere) si contrappone quella alternativa (di Beppe Grillo, di Benettazzo, e dei loro emuli) diventa arduo capire come davvero stanno le cose e restare, per così dire “con i piedi per terra”.
Insomma, si corre il rischio che ai danni informativi prodotti dal partito del “tutto va bene” si sommano quelli generati dalle cassandre del “mettete i soldi sotto il materasso”.
Da quello che mi capita di leggere nei forum finanziari, noto che il partito delle cassandre sta facendo molti nuovi proseliti e, francamente, la cosa comincia a diventare preoccupante.
Ora, è vero che i Maja hanno previsto la fine del mondo per il 2012, è vero anche che il Sole quest'anno ha avuto una attività anomala che potrebbe spiegare molti fenomeni sociali terrestri, è vero pure che in questi giorni fa un gran caldo e che, come si sa, si ragionerebbe meglio a mente fredda, ma, per carità di Patria, smettiamola di far girare profezie di sventura.
Io apprezzo molto e sono personalmente grato a tutti quelli che si impegnano a contribuire ad una informazione alternativa (seria). Ma, per carità, non alimentiamo catastrofismi, non aggiungiamo danno al danno, non facciamoci del male da soli.

Stiamo ai fatti. La situazione politica italiana è estremamente complicata, la fase dell'economia mondiale è sicuramente difficile e lo sarà anche in futuro, ma non dimentichiamo che l'Italia non è la Grecia, non è il Portogallo, non è l'Irlanda. L'Italia ha un deficit di bilancio intorno al 4% nel 2011 e, pertanto, deve realizzare un riequilibrio del proprio bilancio statale, tutto sommato, piuttosto limitato e, in aggiunta a ciò, le sue basi fiscali, nonostante l'alta evasione, sono molto più consistenti rispetto agli altri Paesi della periferia Euro.
Molte grandi aziende italiane, comprese le banche, sono solide e possono rappresentare, nonostante i ribassi di queste settimane, un buon investimento. L'euro ha mantenuto i propri livelli rispetto alle altre valute confermando il suo ruolo di valuta rifugio.
L'Area euro, nonostante le difficoltà di bilancio dei più piccoli e marginali Paesi della sua periferia, mostra una economia che, seppur molto lentamente, sta recuperando dalla fase critica vissuta nel corso del 2009 e, nonostante le tensioni valutarie e le difficoltà affioranti nelle diverse aree. Infine, è il caso di ricordarlo, l'economia mondiale, pur se in lieve contrazione, non è certamente al disastro.
Certo ci sono molti elementi di instabilità e di rischio, ma quando mai non ci sono stati nella storia dell'economia?
Serve cautela, ed è bene che vengano segnalati i fattori di rischio presenti su tutti i mercati, ma davvero mi sembra irresponsabile ingigantire oltre misura i termini di tali fattori per propagare pericolosi allarmismi. E, peraltro, affiora il sospetto che questo continuo rimbalzare di teorie estreme tese a spaventare la gente possa avere una regia occulta.
Gli italiani, oltre che incazzati, sono diventati anche, giustamente, diffidenti e cominciano a pensare che la teoria della “fine del mondo”, oltre ad essere propagandata da molti esagitati, faccia piuttosto comodo e sia sostenuta da chi mira far passare misure politiche inique a danno dei lavoratori, oltre che da speculatori che hanno interesse ad indurre i risparmiatori a svendere i propri titoli per poterli comprare a prezzi di liquidazione.

"Tutto ciò che siamo nasce dai nostri pensieri.
Noi creiamo il nostro mondo."
Buddha


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