giovedì 25 agosto 2011

Scommesse? No, grazie!


Lasciamo ai  numerosi commentatori del web, dei giornali e della televisione le “visioni” apocalittiche  e le interpretazioni della magmatica crisi in atto e torniamo a occuparci di questioni di metodo del trading. Troppe notizie e troppi commenti generano confusione e possono nuocere ad un corretto approccio al mestiere del trader. Meglio focalizzare sull'analisi di quegli aspetti del mercato e del trading in grado di fornirci criteri generali per migliorare le nostre performance.
Consapevole dei propri limiti di giudizio derivanti dalla complessità del sistema finanziario e della sua limitata prevedibilità, il trader deve imparare ad osservare  il mercato con oggettività, per sforzarsi di giungere alla sua comprensione, per poter sfruttare al meglio le frequenti occasioni in cui si rende possibile una sufficiente leggibilità dei movimenti di mercato .
Attraverso l'osservazione e l'esperienza si giunge a capire che ogni mercato, ogni prezzo, come ogni variabile di un sistema complesso, alterna nelle sue diverse fasi, gradi diversi di comprensibilità e di prevedibilità. I più esperti sanno che, osservando un qualsiasi prezzo, ci sono momenti nei quali è assolutamente semplice comprendere cosa succede ed anche prevedere la direzione del mercato (si pensi agli andamenti dell'oro, del dollaro e del franco svizzero negli ultimi 2 anni, solo per citare alcuni dei possibili esempi); allo stesso modo ci sono molti momenti in cui risulta piuttosto complicato farsi una idea dei movimenti in corso e fasi in cui un qualsiasi fattore esterno può giungere inatteso a creare andamenti assolutamente incomprensibili ed imprevedibili (e questa è una situazione che chiunque osserva i mercati ha modo di sperimentare molto di frequente).
Ciò premesso, per la mia esperienza, mi sembra di poter affermare che il mercato è solitamente poco prevedibile, ma è frequentemente comprensibile ai fini di un trading profittevole.
Se ciò è vero come a me sembra, è utile coltivare la propria abilità nel riconoscere le diverse situazioni del mercato sul quale si intende operare. Situazioni che possiamo classificare secondo lo schema seguente:

Naturalmente, in tutte le sue fasi, un prezzo in movimento, ovvero un particolare mercato, mostra una componente del tutto casuale (vedi: Il rumore di mercato); ciò è particolarmente vero sugli intervalli di tempo limitati (tipicamente al di sotto dell'ora di contrattazione); tuttavia sappiamo che periodicamente in qualsiasi mercato si formano dei trend ben definiti che possono durare anche per giorni, settimane e mesi (vedi: Il trend è un ordinatore).
Il trader può usare molti metodi e diverse tecniche, in base alla propria personale propensione al rischio, per operare in qualsiasi situazione di mercato, ma una gestione prudente richiede di limitare i propri trade solo alle fasi più favorevoli.
Il che vuol dire che è meglio tenersi fuori dal mercato nelle fasi in cui non si è in grado di capire cosa sta succedendo, cioè quando sul mercato osservato alla normale imprevedibilità si somma una totale incomprensibilità o, anche, quando si riesce a capire cosa sta facendo il mercato, ma gli esiti della situazione che si sta monitorando risultano imprevedibili. Abbiamo già chiarito perché il trading non va considerato come un gioco d'azzardo e che al trader non conviene mai comportarsi come uno scommettitore (vedi: Trading e gioco d'azzardo). Pertanto, il trader deve operare una rigorosa selezione delle fasi di mercato ed escludere del tutto di tentare qualsiasi operazione durante quelle indicate in rosso nello schema.
Così, le fasi alle quali è preferibile limitare il proprio trading restano quelle che mostrano una significativa probabilità di tendenza e, quindi, di prevedibilità (sebbene sempre limitata). Anche quando quest'ultima rappresenti il risultato di fattori che non ci sono noti. Risulta evidente che la situazione più favorevole per aprire i propri trade è quella che ricade nelle fasi di comprensibilità e prevedibilità, nelle quali il trader può con giustificata confidenza, ma pur sempre con la indispensabile prudenza, tentare operazioni di maggiore importo (vedi: La posizione zen).
Ciascun trader, in base alla propria formazione e alle proprie attitudini,  decide di che tipo di analisi servirsi per distinguere le diverse situazioni di mercato descritte nello schema proposto. In pratica, si tratta di scegliere e dosare fra analisi fondamentale e analisi tecnica i dati che consentono di rappresentarsi meglio il mercato che si sta osservando. Chi propende per l'analisi tecnica può limitarsi alla semplice valutazione di qualche grafico di lungo periodo, magari integrato da medie mobili (vedi: Come stare sempre dalla parte giusta e Apriamo un trade). Chi, invece, possiede la formazione adatta può utilizzare un numero limitato di dati economici significativi (vedi: Ridurre la complessità) per capire cosa sta avvenendo in un certo mercato e quale può essere la sua probabile evoluzione.
L'ideale, come è ovvio, consiste nell'impiegare elementi di valutazione provenienti sia dall'analisi fondamentale che da quella tecnica, utilizzando la prima per formulare ipotesi sulla tendenza di fondo (quando c'è), e la seconda per scegliere il momento più favorevole dal punto di vista del rapporto rischio/rendimento atteso.


“Nessun vincitore crede al caso.”
      Friedrich Nietzsche




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