giovedì 9 giugno 2011

Il Prezzo: l'indicatore perfetto!

Dovrebbe essere ormai chiaro che l'impegno che anima questo blog è quello di segnalare percorsi e strumenti per “ridurre la complessità” e facilitare il lavoro del trader. Proviamo a fare un passo avanti. Concentriamo l'attenzione e riflettiamo sull'elemento base del trading: il prezzo.

Cos'è il prezzo di un qualsiasi titolo? E' la sintesi dei punti di vista di tutti gli operatori attivi in un dato momento su quel mercato. Attraverso il gioco della domanda e dell'offerta, che ha definito in quel momento quel prezzo, l'insieme dei traders ha votato ed attribuito al titolo un determinato punteggio. Sanno forse qualcosa che noi ignoriamo? Non ci è dato saperlo! Il buon senso, però, dovrebbe aiutarci a capire che molto difficilmente potremmo, come singoli trader, saperne di più dell'intero mercato che sta quotando in quel momento quel prezzo. Non possiamo “prevedere” ciò che succederà fra 10 minuti, fra 1 ora o un giorno; ma possiamo “vedere” cosa sta avvenendo mentre osserviamo il mercato. E sappiamo bene che non è molto salutare “metterci contro” il mercato (vedi: 7 Regole (quasi) d'oro).

Il prezzo, dunque, e solamente il prezzo, con le sue dinamiche e le sue evoluzioni è l'indicatore da osservare per capire quello che il mercato sta facendo. Oscillatori, trendline, macd, pivot, Bollinger band, stocastico, RSI e tutte le più astruse attrezzature di “analisi” che sono costruite intorno al prezzo, sono quasi sempre fotocopie sbiadite che provano a descrivere, in ritardo, il movimento che il prezzo ha già realizzato.
Poiché ormai sappiamo quanto è importante “ridurre la complessità”, il trader può semplificare molto il suo lavoro, eliminando molta parte dell'armamentario “tecnico” di dubbia utilità, per focalizzare la sua attenzione sull'azione del prezzo.


Proviamo a ragionare sul prezzo. Il prezzo a cui un titolo viene effettivamente scambiato è il punto di incontro fra la domanda e l'offerta. Il che vuol dire che nello stesso mercato due persone, con motivazioni diverse, trovano entrambe conveniente comprare e vendere ad un certo prezzo. Semplice. Ma proviamo ad approfondire. Il prezzo di un titolo liquido sui mercati è in continuo movimento. Perchè si muove? E come si muove? Il prezzo tende a salire quando la domanda è forte (superiore all'offerta) perchè molti vogliono comprare, mentre coloro che sono intenzionati a vendere, percependo che c'è forte domanda, tendono ad aspettare che il prezzo salga il più possibile, con la speranza di vendere al prezzo più alto. In questa situazione il prezzo effettivamente sale. Man mano che il prezzo sale, però, il numero dei compratori diminuisce perché da esso vengono meno quelli che sono già riusciti ad acquistare nel corso della salita ed una parte di quelli che erano intenzionati ad acquistare cominciano a perdere interesse all'acquisto, temendo di comprare ad un prezzo eccessivo. Il risultato è che all'aumentare del prezzo, la domanda tende a diminuire. Ad un determinato livello la domanda pareggia l'offerta, il prezzo non sale più e per un certo tempo oscilla intorno al livello raggiunto. Poi, in base alle nuove aspettative che prevalgono fra gli operatori, il prezzo si rimette in moto, verso l'alto o verso il basso. Finché le aspettative della maggioranza degli operatori restano positive, il prezzo, dopo pause e temporanei ritracciamenti o correzioni, continuerà il suo movimento rialzista. Ad un certo punto la salita si esaurirà definitivamente perchè quelli disposti a comprare sono sempre meno, mentre sono sempre di più quelli desiderosi di vendere per incassare i profitti realizzati.
Qualcosa di simile, al rovescio, avviene quando il prezzo scende. Sul mercato prevalgono aspettative ribassiste e, di conseguenza, l'offerta supera la domanda. Man mano che il prezzo scende i venditori si riducono di numero (avendo già venduto), mentre una parte di coloro che erano intenzionati a vendere non sono più disposti a farlo a prezzi tanto bassi. Ad un certo livello la discesa si ferma, perché si è prodotto un nuovo temporaneo equilibrio fra offerta e domanda ed il prezzo oscilla intorno al livello raggiunto.
Questo è il tipico meccanismo che impone ai prezzi un movimento ondulatorio, chiaramente visibile sui grafici per qualsivoglia intervallo di tempo. Sia nelle fasi rialziste che in quelle ribassiste, il movimento del prezzo disegna tipicamente delle onde di diverse ampiezze formando picchi e valli. A tale fisiologico movimento ondulatorio, si aggiunge un ulteriore moto oscillatorio, una sorta di rumor, dovuto all'azione continua di scalpers e trader di breve periodo. Il continuo movimento ondulatorio e oscillatorio rende a volte complicato capire se il prezzo sta muovendosi effettivamente in una direzione. La difficoltà è più alta quanto più è breve il timeframe osservato; negli intervalli brevi, infatti, il mercato tende a cambiare direzione con notevole frequenza in occasione del rilascio di notizie minori e per effetto dell'azione dei piccoli operatori.


La leggibilità del grafico è invece abbastanza semplice sui grafici lunghi, giornalieri, settimanali e mensili, dove è relativamente più facile “vedere” se c'è un trend e qual'è. Sui grafici lunghi, infatti, si manifesta con più evidenza il fenomeno descritto nei precedenti articoli (vedi Sinergetica e Il Trend: l'Ordinatore di un sistema caotico)
Personalmente ritengo che prima di impiegare un qualsiasi attrezzo di analisi tecnica, sia opportuno allenarsi ad osservare il nudo movimento del prezzo per imparare a fare quella che chiamerei “analisi visiva”.
Il semplice grafico lineare del prezzo del cambio euro-dollaro dell'ultimo anno, ad esempio, mostra chiaramente di muoversi in una netta direzione rialzista.

L'osservazione attenta dei grafici di lungo periodo consente di identificare la tendenza principale, ovvero la direzione verso la quale i prezzi si stanno muovendo in modo prevalente. L'affidabilità di una corretta “lettura” dei grafici lunghi è ancora maggiore sul Forex perché le tendenze di lungo periodo delle valute, come abbiamo già chiarito, pur con picchi e valli, sono generalmente stabili e persistenti.
                  “Per vedere cosa c'è sotto il proprio naso occorre un grande sforzo.”
                                                                             George Orwell 

3 commenti:

  1. Che i grafici e gli indicatori siano fotocopie sbiadite del mercato non ci sono dubbi. Il prezzo sconta tutto, ma anche guardare l'andamento del grafico ad un anno aiuta fino ad un certo punto perchè il prezzo di adesso credo abbia la stessa probabilità di salire e di scendere, come d'altra parte ce l'aveva un'anno fa.
    Scrivo questo senza nessuna intenzione polemica, solo per dire che l'imprevdibiltà è sempre tanta e le decisioni sempre difficili da prendere.
    Saluti

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  2. Condivido pienamente.
    Il mercato, come si è ripetutamente detto, è SEMPRE imprevedibile. Ma il compito del trader non è quello di "prevedere" il futuro, ma di provare a guadagnare soldi. E per far questo non bisogna prevedere, ma imparare a "vedere". Nel prosieguo del blog mi sforzerò di chiarire come si può vedere meglio e come si può far fruttare questo tipo di approccio teso ad evitare scommesse sul futuro e relativo azzardo.

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  3. Complimenti vivissimi all'autore del testo che lo trovo assolutamente pertinente rispetto all'argomento prezzo. Non mi trova d'accordo invece l'analisi di Scheggia 97. Non condivido che il prezzo abbia la stessa probabilità di salire o scendere. Perchè significherebbe basare le ns. valutazioni esclusivamente sul calcolo delle probabilità. Cioè sarebbe come estrarre una pallina dal sacchetto è vedere se è rossa o nera. Questo però non è trading. Questo è gioco. Nel trading ci sonon una serie di varibili che intaragiscono nella determinazione del prezzo. Tra queste l'analisi fondamantale, ossia le conseguenze di eventi macroeconomici, o anche l'analisi del trend come giustamente sostiene Sergio. Per cui se analizzo un trend e lo faccio nel lungo periodo, avremo maggior successo ad aprire una posizione a favore di trend piuttosto che contro trend. Non è calcolo della probabilità a parita di condizioni, ma è visione del mercato.

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