mercoledì 29 giugno 2011

La tecnica perfetta.

L'attività di trading consiste essenzialmente nell'assumere decisioni in condizioni di incertezza.
Ogni volta che si apre la propria piattaforma di trading si è chiamati a prendere decisioni, momento dopo momento; mentre osserviamo il muoversi del prezzo, ad ogni istante, qualcosa può farci decidere di aprire un trade o di restare fuori dal mercato. Agendo, o anche decidendo di non agire, compiamo continuamente delle scelte.
Optare per un particolare orizzonte temporale, selezionare gli indicatori, stabilire i settaggi, aspettare, fissare l'entità del lotto, aprire un trade, piazzare lo stoploss, stabilire un obiettivo, spostare il take profit, chiudere il trade; sono tutte decisioni da assumere continuamente e con la necessaria rapidità. E' un impegno davvero notevole. Assumere decisioni nel trading è estremamente complicato, perché, come ben sappiamo, lo scenario nel quale il trader deve agire e “decidere” è in continua ed imprevedibile evoluzione. A momenti il prezzo mostra di voler repentinamente salire, un minuto dopo inizia a scendere drammaticamente. E' come se volessimo infilzare con la forchetta un boccone che si sposta continuamente nel piatto, e magari il piatto si muove anch'esso, a scatti, sul tavolo. Roba da rovinare l'appetito.
Così, decidere in un contesto di incertezza rappresenta per la psicologia del trader una sfida davvero ardua. Anche perché, normalmente nel Forex si fa trading in leva, ed il trader è costretto a “decidere” sapendo che una qualsiasi decisione sbagliata può costare cara. Ed il costo del sempre possibile errore moltiplica la difficoltà e l'insicurezza del processo decisionale (vedi: 7 Errori tipici).

L'uomo, per sua natura, ha un inconscio bisogno di sicurezza; il trader, invece, si trova a vivere costantemente e con estremo disagio in questa condizione di precarietà psicologica connessa alla paura di sbagliare; e spesso senza nemmeno averne piena consapevolezza.
Il trader è parzialmente cosciente dell'incertezza e razionalmente la teme, ma non sa che il suo disagio è amplificato dal contrasto con il suo stesso inconscio bisogno di sicurezza; questo conflitto interiore, di cui non è pienamente consapevole, genera in lui una particolare inquietudine che lo spinge a ricercare continuamente qualcosa in grado di allentargli la tensione.

Da ciò nasce l'impulso psicologico che induce la maggior parte dei trader ad adoperarsi per tentare nuove soluzioni, formule, settaggi, chiavi magiche in grado di soddisfare l'intimo desiderio di prevedere scientificamente il mercato e di non sbagliare mai. I più tenaci implementano continuamente nuove tecniche, sperimentano, testano, procedono con alterne fortune, in una infinita ricerca del Sacro Graal.
Altri, si arrendono alla fatica di farcela da soli, ma non rinunciano alla speranza che qualcun altro, dotato di un sapere maggiore o diverso, possa aver trovato la chiave del trading “sicuro”.


La ricerca di sicurezza è il bisogno inconscio “naturale” che fa la fortuna dei venditori di fumo. Cosi qualcuno prova ad acquistare trading system “infallibili”, expert advisor “all profit”, corsi di trading “avanzati”, servizi di “fornitura segnali”, esotiche invenzioni di trading eterodiretto come zulutrade ed affini. Tutte formule accomunate dalla caratteristica tipica delle bufale: la promessa di risultati facili e spettacolari, soluzioni inconsistenti che sono cosa ben diversa dalle soluzioni efficaci, che, nel mondo reale, sono assai più complesse e sofisticate.

Qualunque sia la strada che sceglie di percorrere, cercando la sicurezza, il trader rischia di passare la vita nella ricerca inutile della tecnica “perfetta”, ovvero l'isola che non c'è.
Proprio questa continua ricerca è, in effetti, un “sintomo” della debolezza del trader e rivela la sua incapacità inconscia di arrendersi all'evidenza dell'imprevedibilità connaturata ai mercati. La sua difficoltà ad assumere decisioni in condizioni di incertezza, difficoltà che nasconde il suo intimo rifiuto di assumere responsabilmente il rischio connaturato a questa particolare attività, è la prova inequivocabile di un approccio sbagliato, di una insufficiente esperienza e dell'inadeguatezza culturale del trader.

Un notevole passo avanti si compie proprio nel momento in cui ci si rende conto del fatto che sistemi ad elevata complessità come i mercati finanziari non sono riducibili a facili formulette in grado di rendere, come non di rado sognano i più ingenui, il 20% al mese e ci si rassegna, invece, a prendere atto, ad accettare e ad arrendersi alla verità vera dei mercati che sono caratterizzati da fluidità, volatilità, casualità ed imprevedibilità.
Paradossalmente proprio questa rassegnazione è in grado di trasformare il destino di un trader, fornendogli le basi per razionalizzare compiutamente il suo approccio al trading. E' il tipo di consapevolezza necessaria per acquisire lo stato mentale sicuro e, al tempo stesso, prudente che abbiamo suggerito nel post sulla Posizione Zen. Questa presa di coscienza, a mio avviso, costituisce l'abilità di base richiesta per diventare un trader vincente.
                                            "Le tecniche perfette non esistono in nessun business.                                                                                Le condizioni cambiano sempre  e  le tecniche devono essere adattate" Shigeru Nakamura



      

2 commenti:

  1. Mi convinco sempre di piu' che la finanaza è solamente psicologia umana: competizione, paura, speranza, avidità.
    Bell' articolo, saluti

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  2. Io credo, invece, che sia preferibile non essere convinti di niente. I mercati vanno approcciati con la massima apertura mentale e senza mai smettere di coltivare dubbi.

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